lunedì 18 novembre 2013

Storie di vagoni, sosia e scarsa sensibilità (politica).


Non è che ora come ora io mi muova tanto e di sicuro non a piedi. Però qualche treno lo prendo. E certo sarebbe meglio, bisognerebbe essere socievoli per viaggiare bene, e non solo per quello. Conosco, tanto per fare un esempio, una persona socievole che ha ricevuto in regalo un'edizione di lusso delle opere complete di Puskin, rilegata in pelle. In russo. Però, se sei una persona socievole, il russo, ci sta che lo studi e lo impari. E ci sta pure che coadiuvato dalla competenza linguistica tu abbia flirt con ragazze dell'est che commentano ammirate la tua proprietà di linguaggio. E la tua socievolezza.


Le persone poco socievoli - leggi "io" - al limite origliano conversazioni in treno, magari dopo essersene svincolati con una battuta che cade come una scure sul filo della comunicazione e offre l'attimo propizio per voltarsi e osservare il paesaggio tra quella che credi nebbia ed è invece lo sporco ormai irremovibile dei finestrini di un Regionale Veloce