lunedì 29 aprile 2013

Meno 4, 3...

Ieri giurava il governo Letta mentre, davanti a palazzo Chigi, Gino Preiti sparava a due carabinieri. Grande lo stupore generale per l'attentatore in giacca e cravatta; i giornali derubricavano la faccenda sotto la voce "squilibrato"; alcuni politici invitavano alla calma, altri strumentalizzavano in funzione anti-anti-politica; in famiglia si auspicava un rafforzamento della sicurezza: più telecamere, più controllo.

Io, intanto, mi concedevo una piccola fuga.
Lo so, non bastano seicentodieci metri per prendere le distanze, ma un po' aiutano.


sabato 27 aprile 2013

Meno 5

Sono già distante. Almeno con la testa.

Eppure il tempo è tornato inclemente; piove a dirotto e ancora non sono entrato nello spirito da infradiciata obbligata.  Quindi mi autogiudico allenato a sufficienza.

Mancano cinque giorni alla partenza e serve perlomeno qualche ritocco all'equipaggiamento, soprattutto visto che la pioggia promette tregue solo saltuarie in questo inizio di maggio.
Bando alle lamentele: ho trovato un compagno di viaggio (d'ora in poi C.). Se tutto va bene verrà con me per i primi due-tre giorni, poi si vedrà.
Per ora mi limito all'intenso lavoro di cedimento degli scarponcini - o dei piedi - mettendoli appena sveglio e togliendoli la sera. Ma visto che è un lavoro sommerso e poco riconosciuto, taglio anche un po' di legna per Nonna.

Ho comprato dei sacchetti impermeabili per tenere le cose asciutte nel caso si infradici lo zaino (e succederà!), ma sono andato un po' al risparmio; in effetti mi manca pure la copertura dello zaino, dato che quella incorporata è piccola e non copre la tenda e il materassino.

Infine, anche l'itinerario resta approssimativo. 
A differenza dei rettilinei 270 km autostradali, il passaggio per gli Appennini diventa di almeno 350 - stando ai miei calcoli veloci e totalmente imprecisi. Quanto alle cartine, mi mancano i primi 45-50 km e gli ultimi 120 per i quali le mappe 1:25000 della Multigraphic non sono mai andate in stampa (!) ed esistono solo alcune anguste 1:50000 edite dall'Istituto Geografico Adriatico. Di queste ultime, nella piccola, ma preziosissima Libreria Accursio, ho trovato solo la prima (126 - Alta Val Marecchia).
Giunti alle colonne d'Ercole della carta opterò probabilmente per fuoriuscire dagli Appennini e passare all'attraversamento delle colline marchigiane in direzione sud-est.

Stàteve sintonizzati.

mercoledì 24 aprile 2013

Sul concetto di distanza per come qui inteso

L'etimo del verbo distare esprime la lontananza, la separazione da un luogo o da un individuo, la non-prossimità a un punto nello spazio caricato di valore per un soggetto (o tra due istanze dal punto di vista di un osservatore). Partendo dalla lettera, possiamo dunque considerare la distanza come legata al viaggio, al raggiungimento di una meta lontana e impegnativa (distanza da colmare), ma anche, andando più a fondo, alla non assimilazione dell'altro da sé e alla sua valorizzazione in quanto diversità che arricchisce (distanza come differenza e alterità).

La particella dis ci permette però di forzare l'etimologia e allargare ulteriormente il campo semantico. Se ne attiviamo il valore oppositivo-negativo, possiamo allora leggere nella dis-stanza il contrario dello stare, dell'immobilità, quindi il movimento e la dinamicità che sono tratti tipici del pellegrino. Riprendiamo così anche il tema della rienunciazione attiva poetico-dinamica del senso di un territorio; la produzione di paesaggio viene così estesa a spazi sempre più ampi che la contemporaneità sta gradualmente privando di senso. Il movimento è allora la capacità di immergersi nella distanza e di non concentrarsi solo sui suoi estremi, ma su tutto ciò che sta in mezzo (distanza come continuità vissuta e significata).

E questo ci porta all'ultima forzatura semantica del distare, operabile in senso rafforzativo. Distare diviene allora uno stare in modo intensivo, un immergersi nel territorio attraversato, abbracciandolo con la propria corporeità e propriocettività. Un'apertura al mondo che non si rivela necessariamente armonica, ma può talvolta essere conflittuale. Lo stare intensivo fa di questo ‘spazio-tra’ un luogo di interazione aperta col territorio e, soprattutto, agli altri (distanza come terra di mezzo e spazio di interazione).

(Estratto della mia tesi di laurea: Riappropriarsi delle distanze: un approccio semiotico al Cammino di Santiago)

martedì 23 aprile 2013

Attraversamento #1 - Bologna - Osimo

Questo blog è un pretesto, un esperimento di narrazione e un tentativo di allargamento.

Il pretesto è quello di dare notizie a tutti gli interessati riguardo il mio essere vivo e sano durante i 20 giorni circa in cui sarò in cammino tra Bologna e Osimo. Sarà aggiornato giornalmente via sms. Copertura di rete permettendo...
 
L'esperimento riguarda la messa in pratica delle idee madre della mia tesi di laurea e relativo racconto di questa applicazione.

L'allargamento, infine, è sempre la solita storia: vedere che vita possono avere le idee là fuori.