lunedì 18 novembre 2013

Storie di vagoni, sosia e scarsa sensibilità (politica).


Non è che ora come ora io mi muova tanto e di sicuro non a piedi. Però qualche treno lo prendo. E certo sarebbe meglio, bisognerebbe essere socievoli per viaggiare bene, e non solo per quello. Conosco, tanto per fare un esempio, una persona socievole che ha ricevuto in regalo un'edizione di lusso delle opere complete di Puskin, rilegata in pelle. In russo. Però, se sei una persona socievole, il russo, ci sta che lo studi e lo impari. E ci sta pure che coadiuvato dalla competenza linguistica tu abbia flirt con ragazze dell'est che commentano ammirate la tua proprietà di linguaggio. E la tua socievolezza.


Le persone poco socievoli - leggi "io" - al limite origliano conversazioni in treno, magari dopo essersene svincolati con una battuta che cade come una scure sul filo della comunicazione e offre l'attimo propizio per voltarsi e osservare il paesaggio tra quella che credi nebbia ed è invece lo sporco ormai irremovibile dei finestrini di un Regionale Veloce

domenica 6 ottobre 2013

Mappare un flâneur sovraccarico che vagava per Berlino in data 13//09/2013

Ripenso alla mia attesa alla Zentral Omnibus Bahnhof di Berlino. Ripenso a me con la schiena a pezzi e le gambe dolenti e ripercorro con la mente e la mappa il mio attraversamento berlinese di quel giorno.

Neukölln, ore 7. The (hairy fat lazy) cat is on the table.

Compagno CeccoBernie macht il suo special breakfast: polenta instantanea con frutta cotta, zucchero, zenzero, cannella, mandorle e uvetta. Una bomba energetica di dubbio gusto.

Friedrichshain, ore 8.30. Brumbrum argomentava il transporter, ciaufwiedersalvaddio chiosavan le bocche.

Compagno Oliviero scaricava il mio pesante zaino con me annesso in strada non ben identificata. Salutava, se ne andava, poi tornava con bancale ligneo trovato per strada, risalutava me - nel frattempo statico poiché ricercante documenti creduti perduti ma poi ritrovati.

Di qui iniziava il mio vagar solingo, da illetterario IrtoUlyssesBloomIttita.

Questa mappa si proverà a restituir del cammino il soggiacente disegno d'insieme (sì, è tutto un pretesto per sperimentare questo):




martedì 24 settembre 2013

Le cerque non ha fatto mai melaranci

Trasferito, (tras/e)migrato, sradicato, esiliato, fuoriuscito, profugo.
Non c'è parola che si adatti davvero alla condizione attuale.
Vago - questa volta come aggettivo molto più che come verbo.
Solidamente precario, attaccato a ogni risorsa disponibile, appeso e concentrato in ogni gesto come fosse quello risolutivo: convincere un bambino a lavarsi le mani prima della merenda, cercare cartucce di cacciatori in mezzo all'erba di un campo, cavare chiodi da un legno marcio, aspirare a un luogo da chiamare casa, occupare spazi annullando il proprio valore di ingombro, cercare un nuovo modo di essere insieme.
Sfrutto questo limbo per capire i verbi primari: esserci, fare, divenire (qualcuno per gli altri). A partire da qui mi complico e provo a ramificare legami.
E poi mi prendo cura; co-immagino scenari; conosco o meglio imparo a conoscere.

Insomma, sono molto impegnato a condividere il mio tempo.

A presto, Compagni.
    

mercoledì 4 settembre 2013

Welcome (but only if it's on fire)

Le domande pretendono risposte. Le domande reiterate richiedono creatività nel rispondere, soprattutto se la lingua della domanda (ma non sempre della risposta) tende a cambiare a ogni istanza richiedente. O, quantomeno, il rispetto per la propria mutevolezza obbliga a vincere il tedio della risposta pronta e sempre identica.

Porque estas aqui?

Intento descubrir si me gusta vivir en el campo; si puedo vivir en una sociedad diferentemente civilizada; si, después de 8 horas de malezas, prefiero, tal vez, ir al supermercado a comprar los nabos.

La Polonia è a due passi, eppure non fa ancora freddo, ma, ai primi di settembre, si danno già le prime avvisaglie dell'inverno. Mi sono portato l' "Ulisse di Joyce nella traduzione di Celati" (come da copertina). Credevo mi servisse un libro mondo per starmene fuori dal mondo. Ho letto circa 300 pagine in 20 giorni. Forse non mi serviva così tanto.

giovedì 18 luglio 2013

Marius - un ritratto*

Lungo la strada, specie se piove e se c'è un bar, è assai facile incontrare persone. Marius sembra il classico rumeno, in Italia da 15 anni, parlata ancora strascicata con forte accento; ha una maglietta slabbrata e porta al collo una grossa catena con crocifisso. Appena apre bocca, attaccando bottone e sorseggiando il suo negroni senza ghiaccio delle quattro, non si può non notare che gli mancano i quattro denti centrali di sopra. Non puoi prendertela troppo con i tuoi stereotipi, se quello che hai davanti è il classico rumeno alcolista.

Marius vede gli zaini e le facce affaticate e beffardo chiede da dove veniamo. Gli spieghiamo la storia in breve, non per capacità di sintesi, ma perché subito parte il suo monologo: Marius quando era giovane ricevette dalla madre uno zaino. Era un vecchio modello sovietico, con la cornice in ferro, che con la tenda e tutto pesava 60 chili. Sua madre gli dice: “Con questo mandi i diavoli all'inferno.” Marius è serio. Il classico rumeno alcolista sborone.

lunedì 3 giugno 2013

A#2: da Bologna a Siena passando per la Viandanza

Sembra nuovo questo paesaggio tra gli Appennini.
Negli ultimi 7-8 anni sono passato diverse volte tra Bologna e Firenze eppure, nella famigliarità, c'è qualcosa di strano.
Ci metto un po' a realizzare che il motivo è il mezzo. Sto viaggiando in autobus, sulla A1, e non in treno. Che poi in treno... se prendi una Freccia c'è ben poco da stranirsi: Bologna - ingresso in galleria - uscita dalla galleria - Firenze; di Appenino se ne vede ben poco.
Regionali e Intercity lasciano qualche spazio di visione, ma l'azione dello sguardo è frustrata di continuo dai tratteggi operati dai tunnel. Velocità e/è zapping.

mercoledì 29 maggio 2013

Firenze - #OccupyBB

Giunto a Firenze questo pomeriggio verso le 6 con Compagno G.; siamo riusciti a perderci pure cercando la stazione... ma eravamo oggettivamente stanchi e poco lucidi.
Chiedo informazioni per raggiungere la casa di Compagna B.B. attualmente assente e l'omino:

-5 euro.
-Addirittura...
-Bè se prendi il taxi te ne chiede 9...
-Come ragionamento non fa una piega, ma io ci vado a piedi.
-Dai facciamo che quando torni mi dai 2 euro.
-Certo...

Piazza Duomo è il mio primo luogo off-limits per debiti.

sabato 25 maggio 2013

A sette ore e mezza dalla partenza



La Compagna A. aka Sexy Nasty Uop sta cucendo sullo zaino la sua firma a richiamare la buona sorte (e per l'emozione si infila aghi nelle dita). 

Compagno G. ha completato con improbabili e meravigliosamente non tecnici indumenti il suo bagaglio. Madre-di-Compagno-G. ci ha raccomandato di restare sulle statali, fraintendendo almeno in parte la natura del viaggio. 

venerdì 24 maggio 2013

Attraversamento #2: Bologna - Monteriggioni

Orbene, mi mancavano giusto 4-5 giorni per finire l'attraversamento #1 e ho deciso di rimediare all'incompiuta con una nuova viandanza di 6 giorni.
Parola non scelta a caso dato che - a partenza invariata (Bologna) - la nuova meta diventa Monteriggioni e il Festival della Viandanza.

Si parte domenica mattina e si punta a un massimo di 6 giorni. 
Toccherà andare un po' di corsa, ma i tempi stringono. Punto ad arrivare il 31 in giornata, a festival iniziato ma in tempo per sentire i Têtes de Bois.

Nel tratto Bologna - Firenze, mi accompagnerà Compagno G., che non vede l'ora di mettere alla prova il suo potente fisico da politologo.

E allora si re-inizia:

- 2

martedì 21 maggio 2013

(Attraversamento #1) Bologna - Mercatello sul Metauro: le Tappe

03/05 Bologna - Zena (Tenda)
04/05 Zena - La Martina (Tenda)
05/05 La Martina - Moraduccio (Casa Abbandonata)
06/05 Moraduccio - Palazzuolo sul Senio (Albergo)
07/05 Palazzuolo sul Senio - Biv.Rif. Prati Piani (Bivacco)
08/05 Prati Piani - Capanna del Partigiano (Bivacco)
09/05 Cap. del Partigiano - S.Benedetto in Alpe (Camping)
10/05 S. Benedetto - Gorgolaio (Bivacco)
11/05 Gorgolaio - Corniolo (Albergo)
12/05 Corniolo - Lama (Bivacco)
13/05 Lama - Verghereto (Vicolo)
14/05 Verghereto - Badia Tedalda (Panchina in pineta)
15/05 Badia Tedalda - Mercatello sul Metauro (--> Osimo)

Nella sezione A#1 BO-MsM è in fase di scrittura il diarioguida.

giovedì 16 maggio 2013

Incompiuta

- Lenta o rapida?
-...?
-Quando deve partire?
-Adesso, tra cinque minuti.
-Ok. Allora la lenta.
-Meglio, grazie.

Visto che parliamo di distanze, Urbino e Pesaro distano 37 km. La Lenta li percorre in 75 minuti. 29,6 km/h. Cinque o sei volte la mia velocità degli ultimi 14 giorni. Uno shuttle.

Ebbene sì, a Osimo ci sono arrivato ieri sera, prendendo due autobus, un treno e uno scooter.
Difficile dire il perché di quest'accelerazione e di questa rinuncia. Ufficialmente - leggi: spiegazione comoda che non richiede approfondimenti - veniva il brutto tempo ed era previsto per l'intero weekend.
Non ero attrezzato. Punto.

venerdì 3 maggio 2013

Partito.
Matteo Ermete ha lasciato la città questa mattina. L'appuntamento con C. era alle 10 in piazza Maggiore.
Si spera che il peso dello zaino non lo abbia già messo a (troppa) dura prova.
Ora lo potrete seguire solo dalla barra twitter.
Eventuali incontri ravvicinati con orsi, lupi, cinghiali o altri strani animali selvaggi e pericolosi saranno narrati anche sul blog.

Buon viaggio Matteo!
F.

giovedì 2 maggio 2013

Ordunque ci siamo

Bene. Ultime ore di sedentarietà.
E ultimi ritocchi:


Domattina in ora tarda, ma buona, dovrebbe giungere Compagno e si parte.
Point Lenana mi accompagnerà nella mia camminata.
Chissà, magari Einaudi mi assumerà come marketing performer... 

mercoledì 1 maggio 2013

Meno ancora qualcosa

Bologna, Primo Maggio. Poco da festeggiare.

Ieri ho dato il mio personale "addio monti".



Data di partenza rimandata di uno o due giorni.
Giovedì salta causa abbondanti piogge, venerdì si spera che Compagno si faccia vivo, visite mediche permettendo.

Nel frattemoi mi godo le ultime docce casalinghe che lavano via sudore e pollini, sollievo impagabile. E mi danno pure un'aria dignitosa: smetto di sembrare sotto effetto di stupefacenti.

La prova zaino è una prova costume al contrario e mostra che qualche chiletto in più l'avrei potuto mettere su, magari di muscolatura, per non sfasciarmi la schiena nei primi dieci minuti.
Visto che ora è tardi per lavorare sul fisico, sono costretto a immedesimarmi in un grillino di fronte a un'auto blu, o in un Monti di fronte al Welfare: tagli, tagli orizzontali e senza guardare in faccia nessuno.
Non ho una bilancia ma per esperienza direi che siamo più verso i 20 che verso i 10 chili. Decisamente troppo.
Vediamo di far fruttare il giorno in più per organizzarmi un po' decentemente almeno su questo.


lunedì 29 aprile 2013

Meno 4, 3...

Ieri giurava il governo Letta mentre, davanti a palazzo Chigi, Gino Preiti sparava a due carabinieri. Grande lo stupore generale per l'attentatore in giacca e cravatta; i giornali derubricavano la faccenda sotto la voce "squilibrato"; alcuni politici invitavano alla calma, altri strumentalizzavano in funzione anti-anti-politica; in famiglia si auspicava un rafforzamento della sicurezza: più telecamere, più controllo.

Io, intanto, mi concedevo una piccola fuga.
Lo so, non bastano seicentodieci metri per prendere le distanze, ma un po' aiutano.


sabato 27 aprile 2013

Meno 5

Sono già distante. Almeno con la testa.

Eppure il tempo è tornato inclemente; piove a dirotto e ancora non sono entrato nello spirito da infradiciata obbligata.  Quindi mi autogiudico allenato a sufficienza.

Mancano cinque giorni alla partenza e serve perlomeno qualche ritocco all'equipaggiamento, soprattutto visto che la pioggia promette tregue solo saltuarie in questo inizio di maggio.
Bando alle lamentele: ho trovato un compagno di viaggio (d'ora in poi C.). Se tutto va bene verrà con me per i primi due-tre giorni, poi si vedrà.
Per ora mi limito all'intenso lavoro di cedimento degli scarponcini - o dei piedi - mettendoli appena sveglio e togliendoli la sera. Ma visto che è un lavoro sommerso e poco riconosciuto, taglio anche un po' di legna per Nonna.

Ho comprato dei sacchetti impermeabili per tenere le cose asciutte nel caso si infradici lo zaino (e succederà!), ma sono andato un po' al risparmio; in effetti mi manca pure la copertura dello zaino, dato che quella incorporata è piccola e non copre la tenda e il materassino.

Infine, anche l'itinerario resta approssimativo. 
A differenza dei rettilinei 270 km autostradali, il passaggio per gli Appennini diventa di almeno 350 - stando ai miei calcoli veloci e totalmente imprecisi. Quanto alle cartine, mi mancano i primi 45-50 km e gli ultimi 120 per i quali le mappe 1:25000 della Multigraphic non sono mai andate in stampa (!) ed esistono solo alcune anguste 1:50000 edite dall'Istituto Geografico Adriatico. Di queste ultime, nella piccola, ma preziosissima Libreria Accursio, ho trovato solo la prima (126 - Alta Val Marecchia).
Giunti alle colonne d'Ercole della carta opterò probabilmente per fuoriuscire dagli Appennini e passare all'attraversamento delle colline marchigiane in direzione sud-est.

Stàteve sintonizzati.

mercoledì 24 aprile 2013

Sul concetto di distanza per come qui inteso

L'etimo del verbo distare esprime la lontananza, la separazione da un luogo o da un individuo, la non-prossimità a un punto nello spazio caricato di valore per un soggetto (o tra due istanze dal punto di vista di un osservatore). Partendo dalla lettera, possiamo dunque considerare la distanza come legata al viaggio, al raggiungimento di una meta lontana e impegnativa (distanza da colmare), ma anche, andando più a fondo, alla non assimilazione dell'altro da sé e alla sua valorizzazione in quanto diversità che arricchisce (distanza come differenza e alterità).

La particella dis ci permette però di forzare l'etimologia e allargare ulteriormente il campo semantico. Se ne attiviamo il valore oppositivo-negativo, possiamo allora leggere nella dis-stanza il contrario dello stare, dell'immobilità, quindi il movimento e la dinamicità che sono tratti tipici del pellegrino. Riprendiamo così anche il tema della rienunciazione attiva poetico-dinamica del senso di un territorio; la produzione di paesaggio viene così estesa a spazi sempre più ampi che la contemporaneità sta gradualmente privando di senso. Il movimento è allora la capacità di immergersi nella distanza e di non concentrarsi solo sui suoi estremi, ma su tutto ciò che sta in mezzo (distanza come continuità vissuta e significata).

E questo ci porta all'ultima forzatura semantica del distare, operabile in senso rafforzativo. Distare diviene allora uno stare in modo intensivo, un immergersi nel territorio attraversato, abbracciandolo con la propria corporeità e propriocettività. Un'apertura al mondo che non si rivela necessariamente armonica, ma può talvolta essere conflittuale. Lo stare intensivo fa di questo ‘spazio-tra’ un luogo di interazione aperta col territorio e, soprattutto, agli altri (distanza come terra di mezzo e spazio di interazione).

(Estratto della mia tesi di laurea: Riappropriarsi delle distanze: un approccio semiotico al Cammino di Santiago)

martedì 23 aprile 2013

Attraversamento #1 - Bologna - Osimo

Questo blog è un pretesto, un esperimento di narrazione e un tentativo di allargamento.

Il pretesto è quello di dare notizie a tutti gli interessati riguardo il mio essere vivo e sano durante i 20 giorni circa in cui sarò in cammino tra Bologna e Osimo. Sarà aggiornato giornalmente via sms. Copertura di rete permettendo...
 
L'esperimento riguarda la messa in pratica delle idee madre della mia tesi di laurea e relativo racconto di questa applicazione.

L'allargamento, infine, è sempre la solita storia: vedere che vita possono avere le idee là fuori.