Ieri giurava il governo Letta mentre, davanti a palazzo Chigi, Gino Preiti sparava a due carabinieri. Grande lo stupore generale per l'attentatore in giacca e cravatta; i giornali derubricavano la faccenda sotto la voce "squilibrato"; alcuni politici invitavano alla calma, altri strumentalizzavano in funzione anti-anti-politica; in famiglia si auspicava un rafforzamento della sicurezza: più telecamere, più controllo.
Io, intanto, mi concedevo una piccola fuga.
Lo so, non bastano seicentodieci metri per prendere le distanze, ma un po' aiutano.
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